18 luglio 2018

I farmaci per il diabete hanno un effetto diverso tra uomo e donna

DIABETOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 16/07/2018

Frontoni (Sid), occorre studiare la diversità genere già nella ricerca di base

Alcuni farmaci per il diabete possono avere effetti molto diversi a seconda che il paziente sia un uomo o una donna.

Ad aggiungere un tassello di comprensione importante alle conoscenze sulla medicina di genere, ovvero che tiene conto delle differenze tra sessi, è uno studio del German Cancer Research Center (DKFZ).   Nelle persone sane, l’insulina trasferisce lo zucchero dal sangue nelle cellule del corpo, dove viene utilizzato per produrre energia. Nelle persone con diabete, le cellule non rispondono più all’insulina e lo zucchero si accumula nel sangue, causando l’elevata glicemia.   “La maggior parte dei farmaci disponibili combatte solo i sintomi della malattia, ma non hanno effetto sulla causa del glicemia alta”, spiega Alex Vegiopoulos, autore principale. 

Un tipo di farmaci, i glitazoni, inducono invece nuovamente le cellule del corpo a reagire all’insulina e migliorano il metabolismo dei grassi, ma possono avere seri effetti collaterali e non sono adatti per un’ampia applicazione.

Tuttavia, c’è un grande interesse tra i ricercatori nel capirne il meccanismo di azione e il team tedesco ha dimostrato che l’effetto dipende dal fatto che attivano il gene Cited4 nel tessuto adiposo degli animali. Tuttavia, hanno anche scoperto che questo è vero solo per topi femmina, mentre per i maschi il meccanismo funziona indipendentemente dal gene.  

 “Negli ultimi anni – chiarisce Simona Frontoni, professoressa di Endocrinologia presso l’Università di Roma Tor Vergata – si è diffuso il concetto di un diverso impatto dei farmaci nei due sessi, sia in termini di effetti collaterali che di efficacia.  Questi risultati sottolineano l’importanza di studiare le possibili differenze di genere già nelle prime fasi di sviluppo dei farmaci, cosa che oggi non accade”.  Questo, sottolinea l’esperta della Società Italiana di Diabetologia (Sid), “permetterebbe di individuare molecole con eventuali diverse indicazioni e permetterebbe una personalizzazione della terapia, che si traduce in maggiore efficacia sui pazienti e risparmi per la sanità pubblica”.

 

 

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