15 marzo 2024

Al via gli Stati Generali sul Diabete: tutti gli attori del sistema riuniti per le linee di azione contro emergenza sanitaria

DIABETOLOGIA REDAZIONE DOTTNET | 14/03/2024

Affrontare il diabete in Italia: sette obiettivi concreti e le azioni urgenti delineate dagli Stati Generali sul Diabete 2024

Con un impatto sul Servizio Sanitario Nazionale di 14 miliardi annui, solo in termini di costi diretti, a cui si aggiungono altrettanti costi indiretti, i circa 4 milioni di italiani con diabete rappresentano oggi un’emergenza sanitaria assoluta. Se si considera che un ulteriore milione di cittadini convive con la patologia senza saperlo, che oltre 3 milioni hanno un alto rischio di svilupparla e che le sue complicanze possono ridurre l’aspettativa di vita in media di 6 anni, appare evidente l’urgenza di mettere in campo azioni in grado di arrestare la crescita del diabete nel nostro Paese.

Con l’obiettivo di porre il problema tra le priorità dell’agenda politica italiana e formulare una strategia d’intervento condivisa a livello nazionale, FeSDI – Federazione delle società diabetologiche italiane, Università di Roma Tor Vergata e Intergruppo parlamentare Obesità diabete e malattie croniche non trasmissibili hanno promosso gli Stati Generali sul Diabete. L’evento di Villa Mondragone, Monteporzio Catone (Roma), vede la partecipazione di tutti i principali protagonisti del settore: società scientifiche, associazioni pazienti, aziende, società civile, Istituzioni. I delegati sono al lavoro per la stesura di un documento programmatico volto a migliorare prevenzione, diagnosi precoce, monitoraggio, cura e organizzazione dell’assistenza alle persone con diabete in Italia, che verrà consegnato al Ministro della Salute Orazio Schillaci.

Partendo dalle attuali criticità (disuguaglianze nell’accesso all’assistenza specialistica, scarsa integrazione tra strutture diabetologiche e medicina generale, carenza di risorse umane), il documento intende focalizzarsi su alcuni obiettivi prioritari: potenziare la rete diabetologica, ampliarne il personale, garantire maggiore sinergia tra tutti i suoi nodi, sviluppare la digitalizzazione, sfruttare la professionalità del diabetologo nel suo ruolo di “manager” della cronicità. L’assistenza specialistica ha dimostrato di ridurre la mortalità nelle persone con diabete di quasi il 20%, garantisce alla cura un approccio in team multidisciplinare e multiprofessionale e favorisce un maggior accesso all’innovazione farmacologica e tecnologica, che andrebbe offerta in modo più equo su tutto il territorio nazionale.

“Il diabete è una delle sfide più importanti del nostro tempo ed è una priorità per la salute a livello globale”, dichiara il Ministro della Salute Prof. Orazio Schillaci. “La prevenzione e la promozione di corretti stili di vita sono al centro delle nostre politiche pubbliche e siamo costantemente impegnati per garantire equità nelle cure e per favorire un’assistenza sempre più multiprofessionale ai pazienti, anche attraverso le potenzialità delle nuove tecnologie digitali. L’alleanza tra mondo scientifico, medico, accademico e istituzionale è una sinergia imprescindibile per dare risposte sempre più efficaci e tempestive, all’altezza della crescente domanda di salute”. “Il diabete è una patologia complessa, con un’importante matrice socio-economica”, evidenzia Riccardo Candido, Presidente FeSDI e AMD.

“Le fasce di popolazione più vulnerabili e con i più bassi livelli d’istruzione sono, infatti, quelle più a rischio. Dato il suo pesante impatto, non solo sulla salute e sulla qualità di vita di milioni di cittadini ma anche sulla sostenibilità del SSN, il diabete è chiaramente una sfida così impegnativa che solo una forte alleanza tra tutti gli stakeholder del sistema può cercare di vincere”. “I trend crescenti dei fattori di rischio per il diabete aumentano la complessità della patologia, i rischi di complicanze e il suo trattamento”, commenta Angelo Avogaro, Presidente SID e past president FeSDI. “Nonostante gli standard qualitativi della sanità italiana, ci sono carenze strutturali come il numero di diabetologi e infermieri specializzati che richiedono adeguata formazione. Migliorare gli outcome dei nostri pazienti infatti implica diminuire anche la pressione sui costi del SSN”. “Con la nascita dell’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation, l’Osservatorio spin-off IBDO di Roma Tor Vergata – spiega Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell’università di Roma Tor Vergata – l’Ateneo ha da tempo avviato un progetto per l’analisi sistematica dell’impatto di diabete e obesità nel nostro Paese. Negli ultimi anni si sono fatti grandi progressi, ma si può ancora fare. Il diabete, con il suo carico sociale, clinico ed economico, rappresenta un modello sul quale riflettere e trovare sinergie operative per una serie di motivazioni che non possono essere ignorate. Siamo infatti in presenza di una vera pandemia”.

“Gli Stati Generali – ricorda Massimo Federici prorettore alla Ricerca dell’università di Roma Tor Vergata e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico degli Stati Generali sul Diabete – sono uno spazio di dialogo, accessibile ai portatori di interessi collettivi sociali, economici, politici e sanitari sul diabete, e riuniscono tutte le parti sociali, le società scientifiche, le associazioni di categoria e gli esperti, per trovare una strategia comune per portare il diabete al vertice dell’agenda politica del nostro Paese. E nascono da un Patto di legislatura sul Diabete, presentato nel 2022, col chiaro intento di focalizzare una forte attenzione istituzionale su una delle più diffuse malattie croniche non trasmissibili. Soprattutto, gli Stati Generali sottolineano il ruolo chiave delle strutture diabetologiche e a indirizzo endocrino-metabolico e della medicina generale, con l’irrinunciabilità dell’accesso all’innovazione tecnologica, diagnostica, terapeutica, nella cura e nel monitoraggio e la necessità di liberare risorse per garantire la piena accessibilità equa sul tutto il territorio nazionale”.

“L’impegno contro il diabete richiede un lavoro comune su più fronti: assicurare ai sanitari formazione e risorse adeguate per prestare la migliore assistenza e diminuire il “carico di malattia”, garantire l’accesso ai servizi, alle terapie e alle informazioni, per tenere sotto controllo i livelli glicemici e rallentare la progressione verso stadi più severi, consentire un accesso equo per tutti alle strutture di diabetologia”, dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato. “Come Intergruppo siamo fortemente impegnati verso questi obiettivi, anche attraverso l’impulso legislativo. L’alleanza fra mondo scientifico, istituzioni e pazienti è determinante nel contrasto a questa pandemia”.

“Il contrasto al diabete necessita di un impegno deciso nel promuovere la diagnosi precoce e la pianificazione dei trattamenti al fine di controllare le complicanze. Come l’obesità, il diabete comporta gravi ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne è affetto, e dei suoi famigliari, oltre che un impatto importante sull’economia del Paese, con costi diretti, sociali, economici e clinici e costi indiretti legati alla perdita di produttività”, dichiara l’On. Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente Vicario di ANCI. “È fondamentale mettere il tema al centro dell’agenda politica secondo un approccio olistico e multisettoriale, volto a garantire alle persone con diabete gli stessi diritti delle persone sane, portando avanti un’alleanza tra tutti i soggetti coinvolti e promuovendo a tutti i livelli di governo la cultura dei sani stili di vita e della prevenzione”

Gli Stati Generali sul Diabete in corso a Villa Mondragone, mirano, dunque, a elaborare un documento destinato al Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci che permetta di delineare le strategie chiave per affrontare il diabete in Italia. Il documento abbraccerà argomenti cruciali come la prevenzione, la diagnosi precoce, il monitoraggio, la cura e l’organizzazione dell’assistenza, ribadendo il ruolo centrale delle strutture diabetologiche e della medicina generale nel panorama italiano della salute. Organizzati da FeSDI, Università di Roma Tor Vergata e l’Intergruppo parlamentare Obesità diabete e malattie croniche non trasmissibili, gli Stati Generali hanno lo scopo di coagulare l’impegno comune di tutti i protagonisti. I panel di discussione hanno preso spunto dalle criticità dell’assistenza e su queste, hanno identificato gli obiettivi più urgenti per una assistenza adeguata alla popolazione con diabete. Società scientifiche, associazioni pazienti e tutte le parti interessate si sono poste obiettivi strategici per una assistenza coerente con i bisogni delle persone con diabete. Gli obiettivi sono inseriti nel documento dal titolo “Un impegno comune per il diabete in Italia” che vuole costruire una strategia nazionale per una visione condivisa sulla patologia.

• Disuguaglianze nell’accesso all’assistenza – Solo il 30% delle persone con diabete riceve una assistenza specialistica e, anche tra coloro che accedono alle strutture diabetologiche, una minoranza riceve consulenza dietistica o accede a percorsi di educazione terapeutica, una disuguaglianza da colmare. L’accesso ad una assistenza specialistica e di qualità non è variabile solo tra le diverse regioni ma anche all’interno di esse, con una distribuzione eterogenea e ‘subottimale’ delle strutture deputate all’assistenza, la presenza di così come i singoli specialisti che operano in ambulatori senza il supporto dei team multiprofessionali che potrebbero erogare una assistenza più completa ed efficace.

• Outcome peggiori in mancanza di integrazione – Quando manca la necessaria integrazione tra strutture di diabetologia e Medicina Generale, si assiste a outcome di salute peggiori e complicanze più frequenti. Ma anche in presenza di centri multiprofessionali, non sempre questi sono nelle condizioni di garantire adeguati volumi di assistenza, a causa della carenza di risorse umane. • Personale di assistenza, numeri insufficienti per la qualità – Gli obiettivi vanno dal potenziare e ottimizzare la rete diabetologica, ad articolare la rete in almeno 350-400 centri multiprofessionale che assistano 15mila persone ciascuno. Necessario poi allocare fondi adeguati al reclutamento e la formazione di personale: servono un diabetologo e un infermiere ogni mille pazienti quindi almeno 4mila specialisti rispetto agli attuali 2mila e 4mila infermieri rispetto agli attuali 1500. Raddoppio necessario anche per i dietisti che dovrebbero passare dagli attuali 400 a 800, oltre a psicologi e podologi. Oltre a potenziare le professionalità dei diabetologi con competenze manageriali.

• Mancanza di sinergia e percorsi frammentati – Garantire sinergie è un altro degli obiettivi elencati, necessaria quindi maggiore collaborazione tra specialisti e MMG e tra team diabetologici e case di comunità, ospedali e RSA. Infine, implementare la digitalizzazione e integrarla per migliorare la qualità dell’assistenza. • Investimenti in formazione e ricerca – Allocare fondi per ampliare il reclutamento e la formazione del personale dedicato all’erogazione dell’assistenza per le persone con diabete, rafforzando le funzioni e la professionalità del diabetologo nel suo ruolo di coordinatore del Team, anche attraverso una formazione specifica dedicata alle competenze manageriali. Sostenere infine la Ricerca per una sempre migliore qualità di cura e di vita per le persone con diabete.

• Diffusione, implementazione e potenziamento della digitalizzazione – Supportare processi di digitalizzazione per migliorare la qualità dell’assistenza, promuovendo e sostenendo il continuo dialogo medico-paziente e il confronto tra i diversi professionisti coinvolti nei percorsi di presa in carico. Gli Stati Generali hanno previsto quattro panel di discussione che hanno affrontato il potenziamento dell’assistenza, la tutela dei diritti delle persone con diabete, l’adozione di strategie di prevenzione primaria e secondaria e l’omogeneità di cure e trattamenti sul territorio

 

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