14 gennaio 2020

Classifica delle regioni per le cure

 

SANITÀ PUBBLICA | REDAZIONE DOTTNET | 08/01/2020

La classifica sulla qualità stilata rispetto a 33 indicatori Lea, dai ricoveri fino allo screening

Il Veneto è al primo posto nella classifica delle regioni che assicurano le migliori cure ai cittadini e toglie il posto al Piemonte, che scivola al quinto. Mentre Campania e Calabria, pur se a fondo della classifica, migliorano nettamente i punteggi. Questi, a quanto si apprende, i dati della nuova griglia Lea (Livelli essenziali di assistenza) – su 33 indicatori, dai ricoveri agli screening – che fa riferimento all’anno 2018 e che verrà pubblicata dal Ministero della Salute. Il Veneto è in cima con 222 punti su 225.Nella classifica, il Veneto è seguito da Emilia Romagna (221), Toscana (220), Piemonte (218), Lombardia (211) e Liguria (211). Si trovano quindi Umbria (2010), Abruzzo (209), Marche (206) e Basilicata (191). Migliora i punteggi chi chiude la classifica: il Lazio passa da 180 punti del 2017 a 190 punti del 2018, la Puglia (da 179 a 186), il Molise (da 167 a 180) e la Sicilia (da 160 a 171).

Chiudono la classifica la Campania, che balza da 153 punti del 2017 a 170 del 2018 e la Calabria, che passa da 136 ai 162. Spetta al Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Comitato LEA), il compito di verificare l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell’utilizzo delle risorse. La classifica, che esamina solo le regioni a statuto ordinario e la Sicilia, prende in considerazione 33 indicatori, che vanno dall’adesione agli screening oncologici ai parti cesarei, dal tasso di vaccinazione ai ricoveri inappropriati. In base al nuovo Patto per la Salute, siglato a dicembre, la griglia dei Lea sarà sostituita da un Nuovo Sistema di Garanzia, basato su 88 indicatori.

 “A me non piacciano le graduatorie perché pochi indicatori non possono essere rappresentativi di una realtà articolata e complessa come quella di un sistema sanitario regionale”. Quello che è certo è che “la strada da percorrere per tutti è lunga per migliorare i servizi adeguati in tutta Italia”. Così Luigi Icardi, assessore alla Salute della Regione Piemonte e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, commenta all’ANSA la griglia dei Lea 2018, che descrive con un punteggio la capacità delle regioni nel garantire Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).  “Le regioni del Sud, come Calabria e Campania, migliorano le performance”, aggiunge Icardi, “e questa è un’ottima notizia. Si spera che questo in futuro potrà portare a limitare la migrazione sanitaria tra regioni”. Quanto al primo posto in classifica, prosegue riferendosi allo slittamento del Piemonte dal primo posto, superato dal Veneto, “si gioca su differenze di due o tre punti, ma il vero tema è portare il Paese a un livello adeguato di assistenza. Da parte nostra c’è l’impegno a fare sempre meglio, non solo nelle parti misurate dagli indicatori ma anche su quanto dagli indicatori non viene misurato”. A tal proposito, ricorda Icardi, novità arriveranno dal 2020, con il nuovo Patto per la Salute, “con il Nuovo sistema di garanzia, in base al quale, in caso di gravi criticità rilevate in almeno due dei tre macro-livelli di assistenza, la Regione dovrà presentare un piano di risoluzione delle criticità e nel caso di inadempienza dovrà elaborare un piano operativo di riorganizzazione”.

 “Le scelte organizzative fatte e i continui investimenti in tecnologia hanno premiato. E’ una soddisfazione di squadra, una squadra che ringrazio tutta in una volta per lo straordinario lavoro quotidiano di grandi medici e dei loro team, di bravi infermieri, di tutti coloro che ogni giorno danno il loro contributo in corsia o dietro una scrivania. L’obiettivo comune è il bene dei cittadini, e oggi ci viene detto che lo abbiamo centrato in pieno”, spiega il Presidente del Veneto, Luca Zaia.  “Rispettare 33 parametri di qualità con 222 punti su 225 totali – aggiunge Zaia – significa erogare pressoché al 100% i Livelli Essenziali di Assistenza e rispettare la Costituzione, che li prevede come obbligo della sanità concepita in modo universalistico. E’ la promozione più grande, ma proprio per questo ci impone di lavorare per essere ancora più performanti, con altri progressi e investimenti in grandi tecnologie e sul personale sanitario. La sanità veneta, grazie a tutti i suoi protagonisti, è evidentemente riuscita a passare dall’era analogica a quella digitale, in un settore in continua evoluzione, basti pensare all’incremento esponenziale della richiesta di prestazioni diagnostiche. Neanche tanto tempo fa, in un ospedale una Tac o una Risonanza Magnetica erano più che sufficienti, mentre oggi abbiamo ospedali che hanno, o ci chiedono, la seconda e la terza. La nostra risposta è sì, senza se e senza ma – conclude – e oggi l’Italia della salute ci dice che è la risposta giusta”.

 

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