22 novembre 2021

Scoperte cinque nuove varianti del diabete di tipo2

DIABETOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 08/11/2021 

Lo svela uno studio coordinato dalla Lund University di Malmö in Svezia pubblicato su Nature Genetics

Non esiste un solo diabete di tipo 2, ma almeno cinque varianti con specifiche caratteristiche genetiche e differenti modalità di insorgenza e decorso della malattia. 

È quanto sostiene uno studio coordinato dalla Lund University di Malmö in Svezia pubblicato su Nature Genetics.  Incrociando i dati clinici e genetici di circa 8 mila pazienti, i ricercatori hanno scoperto che il 6% del campione presentava una forma di diabete caratterizzata da insorgenza giovanile, scarsa secrezione di insulina, basso indice di massa corporea e una componente autoimmune; questa forma è stata definita SAID, diabete severo autoimmune. Molto simile a questa, ma senza componenti autoimmuni, è risultato il diabete severo da carenza di insulina ( SIDD): è stato riscontrato nel 18% dei pazienti e ha un alto rischio di complicanze a occhi e reni.

La terza variante è stata chiamata diabete severo insulino-resistente (SIRD): riguardava il 15% del campione ed è caratterizzata da insorgenza tardiva, obesità, insulino-resistenza e alto rischio di nefropatia e steatosi epatica.

Ci sono poi due forme meno gravi:

–        il diabete moderato correlato all’obesità o MOD (22%), che ha esordio precoce ed è legato all’obesità,

–        e il diabete moderato correlato all’età (MAD).

Quest’ultima è la forma più diffusa (39% dei pazienti), insorge in tarda età ed è facilmente gestibile.  L’analisi genetica ha portato a scoprire che le diverse tipologie di diabete presentano, almeno in parte, meccanismi di insorgenza differenti: la causa del SIRD, per esempio, è da ricercare più in anomalie del fegato che del pancreas.  “La classificazione della malattia in sottotipi con diversi profili di rischio ed eziologie al momento della diagnosi potrebbe consentire un trattamento su misura per affrontare, in ciascun paziente, le principali criticità”, scrivono gli autori.

 

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