1] Campi scuola per bambini da 8 a 14 anni
OBIETTIVI: acquisire autonomia e correttezza nelle tecniche di iniezione,
nell’esecuzione ed interpretazione degli esami (glicemia, urine), conoscere il
proprio schema insulinico ed imparare ad adeguare le dosi, gestire
l’ipoglicemia, le gite, l’attività fisica, acquisire nozioni di igiene
personale, di alimentazione (con particolare attenzione alle liste di scambio
degli alimenti contenenti zuccheri), confronto attraverso le esperienze
individuali per una migliore accettazione di sé;
Il programma di massima comprende:
• Quiz d’ingresso e d’uscita per la verifica delle conoscenze iniziali e finali
• 10 "incontri educativi" con lezioni tenute dai medici e dalle infermiere
presenti al campo(Autocontrollo, terapia insulinica, alimentazione, attività
fisica, ecc.). Inoltre, i diabetici guida, in collaborazione con il personale
sanitario, svolgono attività pratiche su argomenti appositamente concordati e
preparati.
• 5 incontri con la psicopedagogista sempre con la presenza dei d.g.
(Sociogrammi, drammatizzazioni, rapporti con il cibo e con gli adulti, ecc.)
• Colloqui individuali di tutto il personale presente, con i genitori dei
bambini, all’inizio del campo ed al termine dello stesso
• Al termine del campo relazione finale scritta per il medico curante
• Ai bambini partecipanti consegna degli schemi applicativi di ogni argomento
trattato durante il campo.
2] Campo scuola per bambini sino ad 8 anni e relativi genitori
Perché un campo scuola bambini + genitori?
Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento dell’incidenza del Diabete
accompagnato da una riduzione dell’età d’insorgenza con sempre più frequente
diagnosi in età inferiore ai 7 anni.
Il doversi confrontare con questa situazione “nuova” impongono un’attenta
riflessione sul percorso educativo da adottare e una diversa impostazione
dall’istruzione alla gestione della malattia in funzione dell’obiettivo
dell’autocontrollo e del vivere con il proprio diabete.
La valutazione e l’implementazione delle potenzialità di crescita se sono
necessarie ad età più avanzate, diventano, infatti, mandatarie al di sotto dei 7
anni.
Far vestire consapevolmente e con coerenza indolore i panni del diabetico a un
bambino di 3 – 4 anni è, infatti, compito assai arduo, non privo di rischi e
comunque non praticabile senza un’alleanza stretta con i genitori che, per primi
e in modo adeguato, dovranno vestirsi “da diabetici” per indurre nel bambino lo
stimolo “imitativo” che lo potrà far crescere nell’apprendimento.
Tale compito è reso, se possibile ancora più complesso, dalle evidenze che
spesso ci sono segnalate sulle difficoltà, età dipendenti, di mantenere un buon
controllo metabolico.
L’introito calorico, infatti, è ancora molto irregolare sia nelle quantità sia
nei tempi di assunzione dei pasti.
L’attività fisica è incontrollabile e il movimento del bambino sfugge a ogni
relazionabilità al pasto e alla somministrazione d’insulina.
La pratica terapeutica è vissuta come fortemente aggressiva e talvolta costretta
a “tempi di attesa” fuorvianti.
La conseguenza è un più facile alternarsi di pericolosi picchi iperglicemici e
di devastanti crisi ipoglicemiche.
Il cattivo controllo metabolico incrementa sensibilmente i sensi di colpa e la
sensazione d’inadeguatezza di genitori già sottoposti ad un crollo della propria
autostima come sempre succede al momento di una comunicazione di diagnosi di
malattia cronica soprattutto se, in qualche modo, geneticamente correlata.
Gli obiettivi da porsi per questa iniziativa sono:
A) Per il bambino:
Aiuto per il riconoscimento dello schema corporeo. - Il bambino diabetico può
vivere la malattia come una minaccia alla propria integrità. Attraverso il
movimento, le sensazioni e l’imitazione si può far recuperare l’immagine del
corpo come struttura dinamica che è in evoluzione comunque positiva e perciò più
in grado di “dimenticare” o “annullare” gli effetti della malattia.
Far superare la ritrosia dell’ago. - L’iniezione è, per un bambino, abitualmente
caricata di annotazioni negative (se non fai questo…ti faccio fare una puntura).
Il doversi fare l’iniezione tutti i giorni e più volte il giorno può assumere
una connotazione simbolica fortemente disturbante.
Imparare a farsela da soli e vedere che ci sono anche “amici” che le fanno
permettono di accettarla con meno drammi e più serenità.
Sviluppare lo spirito d’imitazione. - Vedere gli altri che affrontano una
situazione con successo, ci porta ad imitarne il metodo per ottenere lo stesso
risultato. Lo stare insieme è il miglior momento della metodologia di auto –
aiuto ed è applicabile, ovviamente, a bambini e genitori.
Acquisire almeno in parte alcune tecniche:
Eseguire ed interpretare l’esame delle urine (glicosuria ed acetonuria),
eseguire autonomamente la glicemia, conoscere il proprio schema di trattamento,
apprendere la tecnica d’iniezione, riconoscere e affrontare l’ipoglicemia,
riconoscere gli alimenti contenenti zuccheri.
Ovviamente ogni bambino, in base all’età ed alle attitudini, sarà in grado di
acquisire skills diverse e più o meno approfondite. Tutti, comunque,
impareranno.
B) Per i genitori
CONTENIMENTO ANSIA ED INSICUREZZA - Questi stati d’animo sono trasmessi al
bambino dai genitori e, a volte, possono anche determinare una regressione ad
un’età inferiore a quella cronologica. La protezione che il bambino chiede e
riceve dall’ambiente lo porta ad una dipendenza estrema dalle figure
genitoriali.
Il bambino sente la “malattia” come perdita e, fin verso i 6/7 anni, come un
evento aggressivo da cui si difende ripiegando in uno stato di dipendenza. I
genitori vivono spesso atteggiamenti iperprotettivi per liberarsi dall’angoscia
e superare il senso di colpa per la malattia del figlio. Pertanto è chiaro che
se non si rassicurano i genitori essi continueranno a interferire in modo
improprio poiché il diabete del bambino piccolo è gestito completamene da questi
e sono proprio loro che hanno bisogno di sostegno poiché solo una serena
“accettazione” del diabete permetterà al bambino di arrivare ad un atteggiamento
positivo nonostante le limitazioni che deve comunque subire.
I genitori dei ragazzi diabetici in genere, ma particolarmente quelli dei
bambini piccoli, vanno aiutati a comprendere la necessità di lasciare una
maggiore autonomia ai figli, via via che crescono, per dar loro la possibilità
di acquisire fiducia in se stessi. Il Campo Scuola, nel favorire lo sviluppo
della personalità dei bambini, permettendo loro di acquisire serenità nelle
tecniche di autocontrollo, aiuta i genitori a trovare fiducia nell’affrontare e
risolvere i problemi, ridimensionandoli, ricostruendo così un equilibrio di vita
familiare che può iniziare a riappropriarsi di quell’autonomia che l’insorgere
del “problema” aveva fatto perdere.
COMPLETAMENTO DELL’ISTRUZIONE - Si cerca di completare l’istruzione iniziata con
la diagnosi e gli incontri precedenti, ridiscutendo i contenuti e rivalutando le
acquisizioni tecniche e teoriche per poter meglio affrontare e risolvere i
problemi attraverso il confronto con gli altri genitori e con l’équipe.
Particolare attenzione andrà posta ai problemi dell’ipoglicemia ed ai suoi
contenuti di terrore.
Riportiamo la didattica riferita al “campo Genitori-Bambini” realizzato a
Novembre 2008 per la cui realizzazione l’AGD Grosseto ha ricevuto il primo
premio nazionale DAWN Award 2009 – Roberto Lombardi.
I partecipanti sono stati seguiti dall'equipe medica e psicopedagogica (3
medici, 1 psicopedagogista, 2 infermiere) dell'Unita' Operativa di Pediatria e
Neonatologia dell'ospedale di Grosseto e da un dirigente dell’AGD
.
All’arrivo: Accoglienza – Facciamo conoscenza – Presentazione del programma e
test d’ingresso.
Didattica specifica (padri e madri separati).
Per i bambini:
Ultimo giorno incontro con un gruppo di genitori i cui bambini avevano avuto
l’esordio del diabete in età precoce per uno scambio di esperienze.
Riteniamo di evidenziare il raggiungimento di due obiettivi:
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