Pre-diabete: scoperto perché si assorbono grandi quantità di glucosio
Diabetologia | Redazione DottNet | 27/09/2017
Giorgio Sesti ( Presidente Sid), inibire il meccanismo aiuterà a prevenire il diabete
Scoperto perché alcune persone assorbono il glucosio come ‘aspirapolveri’. Un’aumentata concentrazione di uno speciale ‘trasportatore’ (SGLT-1) nel duodeno è infatti il responsabile dell’esuberante assorbimento di glucosio dopo un pasto, che provoca le pericolose ‘impennate della glicemia’ nei soggetti pre-diabetici. Un meccanismo che, se inibito, può proteggere dai picchi di glicemia post-prandiale e contribuire a prevenire il diabete. A mettere in luce tale meccanismo è uno studio di Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Diabetologia SID e ordinario di Medicina Interna dell’Università ‘Magna Gaecia’ di Catanzaro, pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.
Nelle persone ad aumentato rischio di diabete, prima ancora che la malattia dia chiari segni di sé, la glicemia si ‘impenna’ infatti dopo i pasti; un fenomeno da tenere sotto controllo e osservato da tempo, ma che oggi finalmente trova una sua possibile spiegazione scientifica: alcune persone assorbono più rapidamente e in maggior quantità gli zuccheri della dieta a causa dell’esuberanza dell’SGLT1, un trasportatore specializzato nell’assorbimento del glucosio a livello del duodeno. La scoperta che i livelli duodenali di SGLT-1 siano aumentati nei soggetti con pre-diabete, così come nei pazienti affetti da diabete tipo 2, sottolinea Teresa Vanessa Fiorentino, co-autrice dello studio, “dimostra che tale alterazione è presente ancor prima dell’esordio della patologia diabetica e suggerisce che l’aumentato assorbimento intestinale del glucosio mediato da SGLT-1 potrebbe essere un meccanismo coinvolto nello sviluppo del diabete tipo 2”.
Tuttavia, considerando che l’attività del trasportatore SGLT-1 “può essere inibita da alcuni composti fenolici presenti nelle mele e che sono attualmente in fase di sviluppo farmaci con una doppia azione inibitoria sui trasportatori SGLT-1 e SGLT-2 (quest’ultimo presente a livello renale) – conclude Sesti – è possibile ipotizzare che la correzione dell’eccessivo assorbimento intestinale del glucosio potrà rappresentare una possibile strategia terapeutica utile non solo per trattare l’iperglicemia post-prandiale, ma anche per prevenire lo sviluppo del diabete nei soggetti a rischio”.