PARTECIPAZIONE DI UN GRUPPO DI
ADOLESCENTI CON FUNZIONI DI TUTORS
Il periodo dell’adolescenza è
particolarmente complesso in genere, per il ragazzo diabetico a
maggior ragione: il diabete lo mette a confronto con la cattiva
sorte, con la sua vulnerabilità, gli vengono imposte regole
necessarie per la sua sopravvivenza in un momento in cui è
indispensabile invece che egli si senta sicuro, fortunato e
indistruttibile. Spesso ci si trova di fronte a situazioni nelle
quali si arriva ad una estrema intolleranza nell’applicazione delle
regole che l’autocontrollo impone. Il ricordarle, il ribadire la
necessità di un controllo da parte dei genitori e dell’équipe
diabetologica, nella maggior parte delle volte sortisce un effetto
di ribellione. Occorre pertanto trovare modalità diverse per
superare questa fase e soprattutto fornire al ragazzo strumenti di
carattere psicologico e pedagogico tali da essere utilizzati dallo
stesso per superare le sue difficoltà.
In base alla nostra esperienza
l’approccio a piccoli gruppi tipo “auto-aiuto” con un obiettivo
finale concreto, che è la partecipazione al campo scuola per bambini
diabetici con compiti di tutor, si è rivelato un ottimo strumento di
sostegno emotivo in questo periodo tanto problematico.
Anche quest’anno un gruppo di otto
adolescenti di età compresa tra i 15 ed i 18 anni provenienti da
varie provincie della Toscana hanno cominciato ad incontrarsi,
insieme all’équipe che organizza il campo scuola, una volta al mese,
la domenica, ad iniziare dal mese di gennaio.
Oltre alla partecipazione fattiva
all’organizzazione del campo scuola, per i ragazzi questa è stata
un’ottima occasione per rispolverare o approfondire le conoscenze
riguardo all’autogestione; infatti, hanno avuto anche l’incarico di
preparare e tenere alcune lezioni ai bambini. Finalmente gli
adolescenti hanno avuto l’occasione di passare da situazioni di
solo fruitori di una formazione a quella di formatori.
Il tutto è stato portato avanti con
grande entusiasmo dai ragazzi ma anche dai genitori che hanno sempre
portato i figli agli incontri nonostante la distanza dal luogo di
residenza e il dover sacrificare il giorno di riposo lavorativo.
Il campo scuola per gli adolescenti è
iniziato un giorno prima, tutti i ragazzi si sono resi disponibili a
collaborare per mettere a punto le ultime fasi organizzative e, il
mattino di inizio campo, eravamo tutti, équipe e tutors, pronti ad
accogliere i bambini e i genitori.
L’esperienza è stata molto positiva
per tutti i partecipanti al campo, gli adolescenti si sono
perfettamente calati nel ruolo di guida e i bambini li hanno
immediatamente individuati come punto di riferimento sentendosi
anche protetti dalla presenza di ragazzi “grandi” con il diabete e
pertanto in grado di comprenderli meglio di chiunque altro.
Gli adolescenti hanno mostrato di
essere responsabili, emotivamente equilibrati e positivi, con grosse
capacità comunicative ed in grado di mettere in atto, al momento
opportuno, le loro conoscenze sull’autocontrollo acquisite negli
anni.
Si è potuto verificare (Questionario
S.T.A.I. Forma Y – 1) un aumento della “Soddisfazione” e del
“Sentirsi bene” generalizzato da parte degli adolescenti alla fine
dell’esperienza, forse dovuto al fatto che si sono sentiti in grado
di affrontare le varie situazioni presentate, di pianificare
interventi e valutarne poi in modo immediato i risultati sui bambini
a loro affidati.
Di fronte alle numerose necessità dei
piccoli, aiutati dall’équipe, sono riusciti a soppesare le
situazioni, a valutarle e ad agire di conseguenza. Hanno avuto modo
di fare una verifica delle loro capacità e si sono sentiti sicuri
che, se vorranno, al momento opportuno, potranno utilizzarle nella
vita di tutti i giorni.
Con l’intento di aiutare i piccoli,
sono stati indotti a porre più attenzione anche a loro stessi, ai
loro bisogni e cercare di trovare il modo di affrontarli
positivamente discutendone insieme agli altri. Tutto questo è stato
fatto dai ragazzi in modo consapevole ma senza sentirlo come una
costrizione.
Sotto forma di rappresentazione hanno
affrontato la paura dell’ipoglicemia, sdrammatizzandola; nelle varie
discussioni si sono prestati a raccontare esperienze personali,
mettendosi in gioco e tirando fuori paure, difficoltà e
problematiche vissute e che vivono ancora.
Particolarmente soddisfacente per gli
operatori è stato il colloquio finale degli adolescenti con i
genitori dei bambini seguiti e soprattutto vedere come anche i
genitori abbiano gradito ed apprezzato la presenza dei tutors e si
siano rivolti a loro per avere opinioni sui figli ma soprattutto per
avere consigli sul modo migliore di rapportarcisi.
Tutti gli adolescenti hanno espresso
il desiderio di rincontrarsi al più presto e di trascorrere insieme
un fine settimana ciò a dimostrazione dell’ottima intesa che si è
creata nel gruppo.
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