Pare che gli antichi romani gradissero recarsi a Petriolo (che
forse allora aveva un altro nome) per curare i loro malanni fisici, utilizzando acque
sulfuree in cui immergersi e, perché no, anche da bere. Alcuni anni dopo, precisamente
nel 1998, 6-7-8 febbraio, un gruppetto di diabetici giovani, alcuni con il partner, si
sono ritrovati proprio a Petriolo, che è in provincia di Grosseto, per un Seminario di
aggiornamento sul diabete mellito. Organizzatori dellincontro la Sezione di
Grosseto (presente dal 1979) dell AGD (Associazione per 1 aiuto ai giovani
diabetici), nella figura dellinstancabile Rag. Bernabò, lU.O. (Unità
operativa) di Pediatria e Neonatologia dellOspedale di Grosseto (direttore il dr.
Barlocco) con il patrocinio della Regione Toscana e della FDG (Federazione Nazionale
Diabete Giovanile). Nella sede dei lavori, Hotel Terme di Petriolo, un
bel 4 stelle immerso nella vegetazione selvaggia del grossetano, poco distante dal fiume
Farma sovrastato da un avveniristico viadotto, si sono ritrovati un po di
"vecchi amici": il dr Robino ed il dr. Nicodano, entrambi dell' Ospedale di
Tradate, ove prestano servizio anche la Caposala Graziella Trussi e l'animatrice Augusta
Volontè, il prof. DAgostino (con Signora), napoletano verace ormai stabilitosi a
Rapallo dopo lunga e feconda attività diabetologica (peraltro ancora oggi è attivissimo
in svariati campi scientifici e non!), il Prof. Ruffino, pedagogo di Giaveno, da anni
facente parte dellèquipe diabetologica di J.P. Assal a Ginevra, il prof. Bruni, mio
maestro ed amico. Cera anche chi vi scrive, con il suo modesto bagaglio di
esperienza doppia, di diabetologo e di diabetico.
Il seminario ha mantenuto lottima impostazione dei lavori
di Villa Odescalchi, già "recensiti" in precedenti numeri di "Centro
KB".
Vari sono stati i temi trattati. Ipoglicemia: come
prevenirla, avvisarla e trattarla (la pratica clinica giornaliera ci permette di notare
come ancora oggi molti diabetici non hanno con sè una piccola scorta di zuccheri
semplici); interpretazione di esami di laboratorio. Di particolare interesse, nella prima
giornata di lavori 1 intervento del dr. Dell Acqua, primario dellUO di
Ginecologia dellOspedale di Grosseto, che ha intrattenuto i giovani sul tema della
gravidanza. Oltre allaver affermato che le giovani diabetiche possono affrontare la
gravidanza con una certa tranquillità, fatte salve le risapute regole (controllo stretto
delle glicemie al fine di ottenere valori pressochè "normali" ed HbA1c = circa
7%), il collega ha proseguito con una discussione interattiva sui metodi di
contraccezione, da utilizzarsi con maggior profitto dai diabetici: pillola
estroprogestinica (assolutamente non controindicata per la giovane diabetica),
preservativo e diaframma (magari con crema spermicida) hanno vinto il confronto con il
coito interrotto, Ogino-Knaus, Billing, pillola del giorno dopo ed altro ancora. Segnalo
la grande preparazione dei giovani su questi temi, attualmente di grande importanza (è
stato sfiorato anche largomento scottante dei rapporti protetti per la prevenzione
di malattie come epatiti virali e AIDS).
Al termine della prima serata, dopo una gustosa cena (invero,
ottima è stata la cucina dellHotel nellarco dei tre giorni di lavoro),
momento di allegria con la partecipazione di un celebre mimo romano. Ma non solo
spensierata allegria, anche momenti di meditazione e di insegnamento, come nel primo
sketch, allorchè è stata brillantemente mimata una situazione vera: crisi ipoglicemica
che sta sopraggiungendo; il malcapitato non ha con sè zucchero e solo il tempestivo
intervento di un medico (ma può essere qualsiasi altra persona) lo salva tramite
iniezione intramuscolare di glucagone. Per alcuni di noi la serata si è prolungata nel
piano bar dellHotel, ove dopo le richieste varie di canzoni, è stato organizzato un
karaoke che ha messo in luce le doti canore veramente sorprendenti di alcune giovani
partecipanti al seminario. Faccio notare che io non ho cantato, nel timore che si rompesse
qualche calice di cristallo, non certo per un mio do di petto, ma per le stonature
inevitabili!! So che qualche temerario ha sfruttato le piscine allaperto, che
pure contenevano acqua sulfurea calda, ma erano ore piccole (dopo le 22 sicuramente).
Nessuna bronchite il giorno dopo, a testimonianza che i diabetici sono dei duri.
Il sabato mattina in scena Guido Ruffino, i cui interventi,
anno dopo anno, mi convincono sempre di più E un grande psicopedagogista con una
grossa esperienza in campo diabetologico. Ha condotto la discussione: Cosa pensa di sè il
diabetico?
Tra laltro, quasi tutte le risposte date dai giovani sono
state improntate sullottimismo, sulla consapevolezza che il diabetico non è diverso
dagli altri nei vari eventi della vita.
Hanno dato le risposte anche i partner, ed una di queste ha
scritto: diabete = Nicola (il suo ragazzo diabetico); qualcuno altro ha solo disegnato un
fiore in pieno vigore.
La discussione (divenuta, ad un certo punto, di pura semantica)
avrebbe potuto durare tutto il giorno e solo lintervento del watch-man dr. Robino ha
permesso di giungere al coffee-break nei tempi prestabiliti.
Lo stesso caro Robino, sempre in gran forma e splendido
organizzatore, ha spiegato ai giovani la dieta. Sempre novità pratiche: 1utilizzo
di un bicchiere di plastica con cui raccogliere la pasta già cotta (dal contenitore
grande per tutta la famiglia) in modo da mettere nel piatto la quantità concessa; ed
ancora: chiarito una volta per tutte il concetto di equivalente glicidico (equivalente
pane, pasta, frutta). Largomento è sempre di grande attualità e determina molte
domande da parte delluditorio.
Il pomeriggio di sabato è stato caratterizzato dall'intervento
di Nicodano, che ha esaurientemente spiegato le complicanze microvascolari del diabete
(specie occhio e rene) sottolineando il fatto che oggigiorno abbiamo interessanti armi a
disposizione per la prevenzione (che rappresenta il vero punto di arrivo della
diabetologia clinica) e per la cura delle stesse: laser per gli occhi, Ace-inibitori per
la microalbuminuria e, più in generale, i farmaci per il controllo della pressione
arteriosa così pericolosa per il rene.
Infine: è vero che alcuni sport sono controindicati per il
giovane diabetico? Sembrerebbe di si, ad esempio le ardite scalate in montagna, il
paracadutismo. Però Giampiero Aguglia, subacqueo di professione, oltre che per
divertimento, ci ha raccontato che, con le dovute cautele ed attenzioni, il giovane
diabetico ben compensato può fare il sub e godere delle splendide profondità dei mari.
Ma attenzione!!! Anche i più esperti possono sbagliare:
infatti Giampiero ci ha riportato la cronaca di una crisi ipoglicemica avvenuta molti
metri sotto il livello del mare, risoltasi grazie allesperienza dell'interessato e
grazie all assunzione di un preparato liquido contenente glucosio, contenuto in un
involucro plastificato; Giampiero ha potuto ingerire la sostanza togliendo per brevi
periodi la maschera ed il boccaglio. La sua esperienza nasce dallincontro con il
prof. DAgostino, allepoca in cui egli lavorava splendidamente a Napoli; il
professore ci ha poi intrattenuto sul tema diabete e sport, attingendo dalla sua grande
esperienza personale (culminata, tra 1altro, nella fondazione dellANIAD,
Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici col dr. Corigliano).
In serata si è ripetuto lincontro, già avvenuto a Villa
Odescaichi, con il dr. Ferrari, medico ed esperto in tecniche di rilassamento. Tuta e
calzettoni per tutti, rilassamento generale, cognizione e miglioramento del proprio
respiro, voce degli organi interni. Il tutto condito dalla simpatia, che è propria del
personaggio.
Il prof. Bruni ed io abbiamo portato il nostro contributo
domenica mattina, trattando il tema dei nuovi orizzonti in diabetologia. Bruni ha parlato,
dopo aver fatto vedere il famigerato ago di Franke ed il bollitore per siringa da insulina
di vetro con stantuffo (che io ho ancora usato), di misuratori di glicemia senza
necessità della goccia di sangue (progetti ancora lontani da una applicazione pratica) e
della terapia genica (istruzione di cellule diverse da quella beta pancreatica, che
normalmente produce insulina, tramite il metodo del DNA ricombinante, in modo che queste
cellule stesse producano insulina, anzichè le proteine che normalmente dovrebbero
sintetizzare). Il discorso è molto complesso, ma potrebbe avere qualche spiraglio
pratico, certo non nellimmediato futuro.
Io, invece, ho parlato degli analoghi dell insulina:
molecole sintetiche molto simili allinsulina prodotta dallorganismo. Quella
attualmente in commercio (Lis-Pro=Humalog, Lilly) ha un inizio di azione pressochè
immediata e dura circa 3 ore. Con i ragazzi abbiamo discusso il suo utilizzo: schema a 3
LisPro ed intermedia alle ore 23?, insulina da utilizzarsi in casi particolari? (classico
è 1esempio delle puntate iperglicemiche con acetone, ove è necessario eseguire
controlli glicemici ogni 2-3 ore e praticare supplementi di insulina: ecco, forse Humalog
trova, in questa circostanza, la migliore applicazione pratica).
Dulcis in fundo, il professor Bruni ha presentato in ante-prima
il nuovo video: "Insulina e automobile due storie parallele". Lopera
descrive due storie strane, vissute a cavallo tra la fine Ottocento e il Novecento: quella
dellinsulina, che ha salvato la vita ai diabetici insulina-dipendenti (prima
destinati a morire) e quella dellautomobile, che ha rivoluzionato lesistenza
di noi tutti. Scorrono le immagini degli avvenimenti dal 1889: diabete da pancreasectomia
nel cane e realizzazione del "Motorwagen" di Daimler e Benz; si cita la nascita
della Fiat nel 1899. Si giunge al 1921, data fatidica della scoperta dellinsulina da
parte di Banting, aiutato da Best: ma in quegli anni si svolgono anche le prime corse
automobilistiche. E poi via con gli anni delle prime cure con lormone, mentre sulle
strade compaiono la Balilla, la Topolino, le varie serie della Millecento, il Maggiolino.
Finalmente, nella fine degli anni 50 sino ai 70, lauto diviene a portata di tutti,
mentre Schlichtkrull, alla Novo di Copenaghen, ottiene insuline altamente purificate o
monocomponenti. Gli anni più recenti sono segnati dallavvento
dellautogestione del diabete (passo successivo dellautocontrollo) e le
automobili raggiungono un livello di qualità tecnologica altissimo (il vostro cronista
ama molto la Mercedes CLK 200 kompressor, ma darebbe 3-4 anni di vita per possedere una
vecchia Lancia Fulvia HF 1600 cc "fanalone"! !). L opera bruniana è come
sempre, di grande pregio oltre che tecnologicamente assai valida. Forse rappresenta
davvero la famosa "ultima" videocassetta (ma ne dubito fortemente...), ma di
certo è una conferma del grande valore di una persona a me molto cara. Bruni afferma che
si tratta di una versione non definitiva, anche se a me sembra già ottima così.
E infine, tornando al programma del Seminario, a proposito di
acetone: eccellente intervento di Graziella Trussi che, utilizzando un linguaggio fortunatamente
non troppo medico (o medicalizzato?) ha esposto i principali concetti: cosa significa
acetone, che differenza corre tra acetone con glicosuria e senza, acetone e sforzo fisico,
etc.
Alcune considerazioni finali:
personalmente imparo sempre molto in queste occasioni. Ad
Antonio, futuro collega, dico che imparo ad ascoltare; si perché spesso i medici hanno
fretta, pensano ad altro, rispondono al cellulare e così via; ed invece bisogna stare a
sentire quando i nostri pazienti ci parlano; qualche volta hanno delle angosce, delle
preoccupazioni che spesso si risolverebbero con una nostra rassicurazione;
rimango sempre colpito dallalto livello culturale dei
partecipanti; intendo cultura diabetologica, perché ciascuno, nel proprio campo, porta
contributi validissimi; le conoscenze sono elevate, i rimedi contro le situazioni peggiori
sono ormai scontati; evidentemente si ascoltano con attenzione i diabetologi curanti, (se
parlano!!), e si leggono articoli dei giornali (attenzione, però, ai falsi scoop!);
sempre più sono consapevole che il diabetologo debba
possedere doti di psicologo, forse più di qualsiasi altro specialista; fortunato é il
diabetologo che ha avuto grandi maestri; io, con Bruni, non posso proprio lamentarmi, ma
penso anche agli allievi di DAgostino e di Robino;
sempre più mi rendo conto che il tempo passa e che, per
fortuna, ci sono stati tanti progressi, alcuni dei quali interessano la sfera
diabetologica; come sempre succede, chi ha il problema del diabete scoperto adesso non si
rende conto di quanto più difficile fosse lesistenza dei "colleghi
diabetici" di 20-30 anni or sono;
sempre più constato che letà media dei partecipanti
é veramente quella più bella; si, ci saranno pure le preoccupazioni proprie della vita,
ma per lo più queste vengono affrontate con ottimismo, con il sorriso e lo spirito
giusto.
Alberto Blatto
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