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REGIONE LAZIO - Linee guida di assistenza al bambino e adolescente con diabete di tipo 1 |
LEGISLAZIONE
LAZIO PER IL DIABETE |
EDUCAZIONE In età pediatrica l'intervento educativo varia in rapporto all'epoca di insorgenza della malattia e dell'età del paziente. • ALL'ESORDIO DELLA MALATTIA. Il pediatra diabetologo deve spiegare la patogenesi, soffermarsi sulla cronicità della malattia e deve favorirne l'accettazione da parte del paziente e dei suoi familiari, al fine di ottenere la collaborazione necessaria ad intraprendere la strada dell'autogestione della malattia. Inizialmente l'educazione deve essere individuale e deve tendere all'acquisizione delle principali conoscenze teoriche e delle metodiche operative necessarie per raggiungere l'autogestione della malattia. I tempi necessari per un iniziale insegnamento non devono essere inferiori a 9 ore di colloquio complessivamente. • DOPO LA PRIMA SETTIMANA DI MALATTIA. A distanza di circa una settimana dalla diagnosi di diabete tipo 1, è utile un incontro tra genitori ed equipe curante, al fine di compilare un profilo psicopedagogico del paziente e del nucleo familiare. Lo scopo è quello di acquisire dati sulla dinamica del rapporto medico-paziente e sulle caratteristiche dell'approccio ai problemi della malattia da parte sia dei genitori che del paziente. • CORSI REGOLARI DI AUTOGESTIONE DELLA MALATTIA. Questi corsi si devono articolare su 8-10 incontri l'anno delle durata di circa 90 minuti, ai quali possono partecipare non più di 10 componenti per volta (separatamente genitori, adolescenti e bambini). Per i bambini dagli 8-10 anni in su, sono consigliate metodiche di educazione al computer, integrate da discussioni di gruppo. • MEDIANTE VERIFICA ALATORIALE DELL'AUTOGESTIONE. Il rafforzamento ed aggiornamento delle informazioni va attuato individualmente ad ogni visita ambulatoriale (tempo previsto: 30-45 minuti per paziente pre-pubere; 45-60 minuti per quello in età adolescenziale), con l'intervento, a seconda delle necessità, del pediatra diabetologo, del dietista, dello psicologo e dell'infermiere. • MEDIANTE CAMPI-SCUOLA. L'educazione del bambino e dell'adolescente può essere attuata anche in "campi scuola", sede di verifica efficace dell'autonomia terapeutica del giovane con diabete. il numero ideale di partecipanti ad un campo scuola è di 15 pazienti al massimo e la composizione del gruppo deve essere omogenea rispetto all'età e alla situazione clinica; adeguato deve essere pure il rapporto numerico fra personale di assistenza e partecipanti al campo (generalmente 1 accompagnatore ogni 3 partecipanti). Il campo scuola di solito dura non meno di 7 giorni e non più di 10. Responsabile del campo-scuola deve essere un pediatra diabetologo. Nella documentazione clinica di ogni paziente deve esistere traccia del percorso educativo personalizzato. |
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