REGIONE LAZIO - Linee guida di assistenza al bambino e adolescente con diabete di tipo 1

LEGISLAZIONE LAZIO PER IL DIABETE
punto elenco PRESENTAZIONE
punto elenco A) IL DIABETE NEL BAMBINO E NELL'ADOLESCENTE
punto elenco  Definizione
punto elenco Epidemiologia
punto elenco Diagnosi e sintomatologia
punto elenco Classificazione
punto elenco Criteri diagnostici
punto elenco Storia naturale e patogenesi dei diabete tipo 1A (autoimmune)
punto elenco Terapia con insulina
punto elenco Monitoraggio del controllo metabolico
punto elenco Alimentazione
punto elenco Educazione
punto elenco Chetoacidosi diabetica
punto elenco Malattie intercorrent
punto elenco Ipoglicemia
punto elenco Gestione del paziente diabetico che richiede un intervento chirurgico
punto elenco Il diabete nelle varie età
punto elenco Complicanze tardive (retinopatia, nefropatia, neuropatia)
punto elenco B) ORGANIZZAZIONE, FUNZIONE E COMPITI DEI SERVIZI DI DIABETOLOGIA PEDIATRICA
punto elenco Standards di assistenza (ricovero alla diagnosi, day-hospital, telephone care)
punto elenco Educazione iniziale/successiva/visita controllo:
punto elenco Passaggio dell'adolescente al centro diabetologico per adulti
punto elenco Predizione e possibilità di prevenzione
punto elenco C) ASPETTI SOCIALI CHE CONCORRONO A MIGLIORARE LA GESTIONE DEL BAMBINO DIABETICO
punto elenco Problemi sociali e diabete
punto elenco Scuola e diabete
punto elenco Attività fisica e diabete
punto elenco Supporto psicosociale
punto elenco Associazioni di Volontariato
punto elenco CONCLUSIONI

MALATTIE INTERCORRENTI
In corso di malattie intercorrenti è necessaria una particolare attenzione nel trattamento del diabete. Le malattie associate a febbre, infatti, determinano una condizione di stress e quindi una maggior produzione di ormoni controregolatori (cortisolo, adrenalina, ormone della crescita e glucagone), con conseguente iperglicemia da aumento della glicogenolisi, e formazione di corpi chetonici. Può esservi inoltre una diminuzione dell'appetito, che talvolta impedisce un'adeguata assunzione di carboidrati.
È importante in questi casi eseguire con maggior frequenza i controlli della glicemia, della glicosuria e della chetonuria, non sospendere, ma eventualmente aumentare, la dose di insulina (utilizzando soprattutto la rapida o l'ultrarapida) e assumere liquidi. In genere, è necessario mantenere la dose totale giornaliera di insulina, somministrando la quantità abituale di intermedia serale ed iniettando più frequentemente la pronta anche ogni 3-4 ore se è presente iperglicemia e/o acetone nelle urine.
Le malattie associate a vomito e/o diarrea possono causare ipoglicemia; in tal caso è prudente interrompere la somministrazione di insulina ad azione protratta ed iniettare insulina ad azione pronta a piccole dosi ogni 3-4 ore sia di giorno che di notte, sulla base dei valori della glicemia.
Il Servizio di Diabetologia Pediatrica fornisce chiare indicazioni sulla gestione del diabete durante le malattie intercorrenti, onde evitare le seguenti complicanze:
• disidratazione
• chetoacidosi
• ipoglicemia
CONSIGLI MEDICI SPECIFICI
1. Trattare la febbre, il malessere e la cefalea con antipiretici quale il paracetamolo.
2. Controllare il vomito con una singola somministrazione di antiemetico per favorire l'assunzione di carboidrati.
Il vomito può essere causato
o dalla malattia stessa quando la glicemia è bassa
o dalla mancanza di insulina quando la glicemia è alta con formazione di chetoni.
INFEZIONI ASSOCIATE AD IPERGLICEMIA CON O SENZA CHETOSI. Si raccomandano dosi aggiuntive di insulina rapida con attento controllo della diminuzione della glicemia, per prevenire la chetoacidosi ed evitare il ricovero ospedaliero.
La dose e la frequenza delle somministrazioni dipendono dall'età del bambino, dal livello e durata dell'iperglicemia, dalla gravità della chetosi e dalla precedente esperienza con le variazioni dell'insulina.
ESEMPIO: UN BAMBINO MALATO, CON LA GLICEMIA DI 250-300 MG/DL (+/-) CHETOSI: SI CONSIGLIA IL 10-20% DELLA DOSE TOTALE GIORNALIERA (0,1 U/KG) DI INSULINA AD AZIONE RAPIDA OGNI 2-4 ORE FINCHÉ LA GLICEMIA SCENDE AL DI SOTTO DI 250 MG/DL. DA ALLORA IN POI OGNI DOSE AGGIUNTIVA PUÒ ESSERE DEL 5-10% DELLA DOSE GIORNALIERA.
INFEZIONI ASSOCIATE AD IPOGLICEMIA. Queste infezioni sono spesso associate a nausea, vomito e diarrea. Si consiglia di sostituire i pasti con frequenti piccole quantità di bevande zuccherate con attento monitoraggio della glicemia.
Può essere necessaria la riduzione della dose insulinica del 20-50%.
Se l'ipoglicemia (e la nausea o il rifiuto del cibo) persistono, la somministrazione di glucagone può correggere l'ipoglicemia e permettere l'alimentazione orale.
RACCOMANDAZIONI
In un bambino con malattie intercorrenti devono essere predisposte consulenze specialistiche e consigliato il ricovero in ambiente ospedaliero quando:
• la diagnosi non è chiara;
• persiste il vomito (in particolare se il bambino è piccolo);
• la glicemia continua a salire;
• l'ipoglicemia è grave;
• la chetonuria è abbondante e persistente;
• il bambino diventa esausto, confuso e presenta iperventilazione, disidratazione e forti dolori addominali.
In ogni caso, è opportuno predisporre un controllo più frequente della glicosuria e della chetonuria e adottare linee guida chiare circa le modifiche della dose di insulina per prevenire la chetoacidosi.
 

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